Un cospicuo gruppo di opere delle collezioni del Museo proviene, grazie all’illuminata iniziativa del Cardinale Martini, dalla Quadreria Arcivescovile, da cui sono giunti molti dipinti delle antiche collezioni degli arcivescovi milanesi e che riflettono i loro diversi orientamenti culturali.
Benedetto Erba Odescalchi (1679-1740), arcivescovo e cardinale di Milano, nel 1737 lascia all’Arcivescovado una serie di quarantuno ritratti dei santi vescovi di Milano, da San Barnaba apostolo a San Carlo Borromeo, con lo scopo di celebrare le virtù episcopali.
L’autore dei dipinti, probabilmente identificabile in Francesco Fabbrica (Milano, notizie 1710-1740) utilizza una materia cromatica densa e dalle tonalità caricate; egli impiega i medesimi cartoni per varie figure, nonché le medesime tipologie, riferendosi a più noti artisti quali Legnanino e Andrea Lanzani. I dipinti nel loro insieme costituiscono una “quadreria” che propone una serie di fisionomie talora soltanto generiche, a volte idealizzate, in una ambientazione semplice ed essenziale.