The section devoted to Lucio Fontana comprises two separate units, which have come to the Diocesan Museum in two different stages and which were wilfully joined and put on display together to give evidence of the extraordinary sculptural oeuvre of the artist in Milan and in the framework of sacred art. In 2000, the Museum of the Veneranda Fabbrica del Duomo received the plaster casts made by Fontana for the competition called by the Veneranda Fabbrica itself in 1950 to design the fifth door of the Milan Cathedral, as well as the scale model of the Pala della Vergine Assunta, made in 1955 also for the cathedral. To enrich the collection of Fontana’s works, the 1955 Via Crucis bianca was acquired in 2011 as a loan from the Museum of the Lombardy Region. This was conceived by the artist as part of a work for the chapel in the Casa Materna Asili Nido Ada Bolchini Dell’Acqua (Milan, at via Cascina Corba).
Lucio Fontana
Lucio Fontana (Rosario di Santa Fé, Argentina 1899 – Comabbio, Varese 1968), L’arcivescovo Antonio da Saluzzo riceve le offerte dal popolo, Gesso, cm 98x169x45, Inv MD 2000.019.001 L’opera fa parte del gruppo di cinque gessi, giunti al Museo dalla Veneranda Fabbrica del Duomo, eseguiti in occasione del concorso per la realizzazione della quinta porta della cattedrale cittadina. La formella in esame, caratterizzata da una spiccata originalità compositiva, è tra quelle realizzate tra il 1950 e il 1951 per il primo grado del concorso. La scena risulta ripartita simmetricamente in due parti: a sinistra è collocato l’Arcivescovo Antonio da Saluzzo, a cui si deve l’avvio dei lavori per la costruzione del Duomo nel 1386, insieme ad un altro personaggio, probabilmente il duca di Milano Gian Galeazzo Visconti, mentre a destra è rappresentata la comunità di fedeli recanti le offerte per la costruzione della cattedrale. La varietà delle pose dei personaggi anima la rappresentazione. Le figure spiccano per il marcato aggetto rispetto al piano di fondo che le rende quasi a tuttotondo, accentandone il dinamismo.
Lucio Fontana (Rosario di Santa Fé, Argentina 1899 – Comabbio, Varese 1968), Papa Martino V, Gesso, cm 81x95x44, Inv MD 2000.019.003 L’opera fa parte del gruppo di cinque gessi, giunti al Museo dalla Veneranda Fabbrica del Duomo, realizzati in occasione del concorso indetto nel 1950 per la realizzazione della quinta porta della cattedrale. La formella al vero costituisce un particolare dell’episodio Papa Martino consacra l’altare maggiore previsto tra i dodici episodi a decorazione della porta ed è probabile modello per la realizzazione delle figure dei papi lombardi previsti per dell’architrave. Il forte aggetto del mezzobusto si impone nello spazio staccandosi dal piano di fondo e accentuando il carattere fortemente espressivo della composizione che accomuna tutti i bozzetti presentati al primo grado del concorso nel 1951, tra i quali anche questo Papa Martino V.
Lucio Fontana (Rosario di Santa Fé, Argentina 1899 – Comabbio, Varese 1968), San Carlo e il Duomo di Milano, Gesso patinato, cm 110x170x40, Inv MD 2000.019.002 L’opera, parte del gruppo di gessi giunti al Museo dalla Veneranda Fabbrica del Duomo, fu realizzata in occasione del concorso del 1950 per la realizzazione della quinta porta della cattedrale. Questa formella, presentata nel 1952 al secondo grado del concorso, raffigura San Carlo e il Duomo di Milano (Bombardamento di Milano), con riferimento al terribile attacco aereo subito dalla città nel 1943. La scena, inquadrata in una cornice così come richiesto dalla Commissione che non aveva apprezzato l’assenza dell’incorniciatura degli episodi nei primi bozzetti presentati, risulta suddivisa in tre parti. Al centro si trova la figura di San Carlo, simbolo dell’intera Chiesa ambrosiana, rappresentato con le sembianze dell’Arcivescovo Schuster, sulla sinistra una figura in fuga e una densa nube alle sue spalle, mentre a destra, sullo sfondo della cattedrale in fiamme colpita dalle bombe, il gruppo con la donna accovacciata richiama una scena di compianto. Le figure oltrepassano lo spazio della composizione sporgendosi oltre la cornice. Il gesso, a differenza degli altri bozzetti, è patinato al fine di simulare la resa del bronzo, materiale designato per la versione definitiva della porta.
Lucio Fontana (Rosario di Santa Fé, Argentina 1899 – Comabbio, Varese 1968), Il duca Gian Galeazzo Visconti, Gesso, cm 100x52x18, Inv MD 2000.019.004 L’opera fa parte del gruppo di cinque gessi, giunti al Museo dalla Veneranda Fabbrica del Duomo, realizzati in occasione del concorso indetto nel 1950 per la realizzazione della quinta porta della cattedrale. Questo gesso, presentato al secondo grado del concorso nel 1952, è uno studio generico di personaggio, probabilmente Gian Galeazzo Visconti, duca di Milano. Ragionevolmente avrebbe dovuto costituire un particolare della formella dedicata alla fondazione del Duomo, i cui lavori presero avvio nel 1386 sotto il controllo del duca stesso. La figura, con forte aggetto sul piano di fondo, supera la soglia del limite fisico della formella oltrepassando la cornice con la mano destra.
Lucio Fontana (Rosario di Santa Fé, Argentina 1899 – Comabbio, Varese 1968), Frate che scrive, Gesso, cm 70x90x20, Inv MD 2000.019.005 La formella, parte del gruppo di gessi giunti al Museo dalla Veneranda Fabbrica del Duomo, fu realizzata in occasione del concorso del 1950 per la realizzazione della quinta porta della cattedrale. Questo gesso, appartenente al gruppo di quelli presentati al secondo grado del concorso nel 1952, è uno studio di figura, nello specifico un frate nell’atto di scrivere. Difficile individuare per quale formella questo studio potesse essere destinato, non comparendo in alcuno dei titoli previsti. La figura, fortemente allungata lungo una diagonale, è rappresentata di profilo. Anche in questo caso, il forte aggetto del piede destro spinto ben oltre il limite fisico della cornice, è indice della volontà dell’artista di superare i confini imposti dalla rappresentazione.
Lucio Fontana (Rosario di Santa Fé, Argentina 1899 – Comabbio, Varese 1968), Pala della Vergine Assunta Gesso, cm 320x180x50, Inv. MD 2000.019.006-007 Il bozzetto al vero della Pala della Vergine Assunta è stato realizzato da Lucio Fontana nel 1955 a seguito del concorso bandito nel novembre 1950 dalla Veneranda Fabbrica del Duomo in concomitanza con la proclamazione del dogma dell’Assunzione di Maria da parte di Papa Pio XII. L’opera, concepita come una pala d’altare, era destinata ad una navata minore della cattedrale. La pala, progettata per essere tradotta in marmo e rimasta allo stadio del bozzetto, rappresenta centralmente su un fondo mosso la figura della Vergine Assunta di dimensioni monumentali, ai piedi della quale è collocata una predella di dimensioni più ridotte raffigurante un’intensa Pietà. Dalla composizione unitaria dell’Assunta e della Pietà, soluzione prevista da Fontana sin dall’origine, deriva il contrasto tra l’estroversione dirompente della prima e il raccoglimento intimo della seconda.
Lucio Fontana (Rosario di Santa Fé, Argentina 1899 – Comabbio, Varese 1968), Via Crucis “bianca” I stazione: Condanna a morte di Gesù, Ceramica smaltata, cm 41,5x21x10, Inv MD 2011.137.001 Concepita come parte di un intervento per la cappella della Casa Materna Asili Nido Ada Bolchini Dell’Acqua di Milano, la Via Crucis bianca è composta da quattordici formelle ottagonali in ceramica bianca smaltata, brevemente incisa e segnata da accenni cromatici intensi, strettamente connessi alla drammaticità narrativa. Nelle quattordici stazioni sono iscritte le scene della condanna di Gesù e dell’ascesa al Calvario sintetizzate in pochi elementi narrativi. Le figure si stagliano isolate su una superficie di fondo liscia e lucida brevemente incisa da tagli netti. La particolare forma ottagonale è frutto della stretta collaborazione tra l’architetto Marco Zanuso, che progettò tra il 1953 e il 1954 l’edificio della Casa Materna e le decorazioni interne, e Lucio Fontana, il quale concepì una decorazione ad hoc per lo spazio della cappella cui la Via Crucis era destinata. Sulla base dell’analisi della storia dell’edificio e dei dati stilistici l’opera è dal riferirsi al 1955. Acquisita nel 2010 dalla Regione Lombardia, la Via Crucis “bianca” è giunta in Museo nel 2011. Nella I stazione la figura di Gesù è centrale, eretta. Ai suoi fianchi sono posizionati due soldati, autori delle percosse, e sul fondo, resi attraverso brevi incisioni, si intravedono degli edifici. L’unico accento cromatico, rosso, è riservato alla veste di Cristo.
Lucio Fontana (Rosario di Santa Fé, Argentina 1899 – Comabbio, Varese 1968), Via Crucis “bianca” II stazione: Gesù è caricato della croce, Ceramica smaltata, cm 41,5x21x10, Inv MD 2011.137.002 La figura di Gesù, piegata sotto il peso della croce, occupa la parte centrale della formella. Nelle prime nove stazioni, corrispondenti al percorso dalla condanna a morte alla salita al Golgota, la veste di Cristo è tinteggiata di rosso. Il colore non è propriamente steso ma è lasciato quasi gocciolare, quasi ad accentuare la drammaticità della scena rappresentata.
Lucio Fontana (Rosario di Santa Fé, Argentina 1899 – Comabbio, Varese 1968), Via Crucis “bianca” III stazione: Gesù cade la prima volta, Ceramica smaltata, cm 41,5x21x10, Inv MD 2011.137.003 Il corpo di Gesù, piegato sotto il peso della croce e quasi avvolto su se stesso, occupa la parte inferiore della formella, mentre la porzione superiore è dominata dal fondo bianco e liscio. La resa della figura di Cristo è qui, come avviene anche in altre formelle, meno aderente alla dimensione figurativa e più orientata ad una evocazione astratta.
Lucio Fontana (Rosario di Santa Fé, Argentina 1899 – Comabbio, Varese 1968), Via Crucis “bianca” IV stazione: Gesù incontra la madre, Ceramica smaltata, cm 41,5x21x10, Inv MD 2011.137.004 L’incontro tra Gesù e Maria, raffigurata di spalle e con un accenno di lunga veste, avviene in primo piano. Sul fondo liscio e bianco si intravede, come nelle maggior parte delle formelle, il profilo del monte Golgota reso attraverso una leggera incisione. In questa formella per la prima volta compaiono, in secondo piano, le tre croci.
Lucio Fontana (Rosario di Santa Fé, Argentina 1899 – Comabbio, Varese 1968), Via Crucis “bianca” V stazione: Gesù è aiutato dal Cireneo a portare la croce, Ceramica smaltata, cm 41,5x21x10, Inv MD 2011.137.005 Nelle prime nove stazioni affiorano gli unici due accenti cromatici dell’intera Via Crucis, il rosso, dedicato alla veste di Cristo, e un tono scuro, che compare anche nelle successive stazioni. I brevissimi tratti scuri, nero e colori bruni, sono utilizzati per accentuare il solco che raffigura il terreno e, come nel caso di questa formella, eventuali figure o gruppi di figure poste in secondo piano. Alle spalle della figura di Cristo, in lontananza, appare il gruppo di cavallo e cavaliere, soggetto caro a Fontana per l’accentuato dinamismo della posa in torsione e utilizzato anche nella VII stazione e in diverse opere coeve, tra le quali uno dei bozzetti per la V porta del Duomo.
Lucio Fontana (Rosario di Santa Fé, Argentina 1899 – Comabbio, Varese 1968), Via Crucis “bianca” VI stazione: Gesù è asciugato dalla Veronica, Ceramica smaltata, cm 41,5x21x10, Inv MD 2011.137.006 La formella è dominata dal fondo liscio e bianco, interrotto brevemente da lievi solchi nella materia. Il fondo assolutamente piatto è stato interpretato dalla critica come “schermo” sul quale l’artista proietta la sua personale meditazione sul tema della Passione. La narrazione è condensata in primo piano, nelle due figure di Cristo e della Veronica, inginocchiata ai suoi piedi.
Lucio Fontana (Rosario di Santa Fé, Argentina 1899 – Comabbio, Varese 1968), Via Crucis “bianca” VII stazione: Gesù cade la seconda volta, Ceramica smaltata, cm 41,5x21x10, Inv MD 2011.137.007 La formella è dominata dal gruppo di cavallo e cavaliere, soggetto caro a Fontana per l’accentuato dinamismo della posa in torsione e utilizzato in dimensioni ridotte nella V stazione e in diverse opere coeve, tra le quali un bozzetto per la V porta del Duomo. Nella parte inferiore la raffigurazione del corpo di Gesù, ripiegato sotto il peso della croce, perde le connotazioni marcatamente figurative per essere invece evocata in maniera più astratta.
Lucio Fontana (Rosario di Santa Fé, Argentina 1899 – Comabbio, Varese 1968), Via Crucis “bianca” VIII stazione: Gesù consola le pie donne, Ceramica smaltata, cm 41,5x21x10, Inv MD 2011.137.008 La scena è dominata dalla figura di Cristo in primo piano. Le due figure femminili, abbigliate con lunghe vesti, sono raffigurate in lontananza, con le braccia alzate in segno di disperazione. I brevi segni di incisione del fondo indicano, come nella maggior parte delle stazioni, il terreno sottostante i piedi di Cristo e il profilo del monte Golgota sullo sfondo.
Lucio Fontana (Rosario di Santa Fé, Argentina 1899 – Comabbio, Varese 1968), Via Crucis “bianca” IX stazione: Gesù cade la terza volta, Ceramica smaltata, cm 41,5x21x10, Inv MD 2011.137.009 La formella presenta un rilievo delle figure meno accentuato rispetto al fondo che, insieme alla disposizione fortemente diagonale della composizione, accentua il dinamismo della scena. La figura posta al fianco di Cristo è resa per quasi tutta la metà inferiore attraverso il segno grafico inciso nel piano di fondo, mentre la metà superiore acquista una forma tridimensionale fino a staccarsi completamente dallo stesso.
Lucio Fontana (Rosario di Santa Fé, Argentina 1899 – Comabbio, Varese 1968), Via Crucis “bianca” X stazione: Gesù viene spogliato, Ceramica smaltata, cm 41,5x21x10, Inv MD 2011.137.010 Nella X stazione scompare la nota cromatica rossa che ha accompagnato il racconto durante le prime nove stazioni. Cristo è raffigurato completamente in bianco, da qui sino all’ultima stazione, mentre la croce giace a terra ai suoi piedi tinta di colore scuro, segno di luttuoso presagio.
Lucio Fontana (Rosario di Santa Fé, Argentina 1899 – Comabbio, Varese 1968), Via Crucis “bianca” XI stazione: Gesù viene crocifisso, Ceramica smaltata, cm 41,5x21x10, Inv MD 2011.137.011 La formella dedicata alla crocifissione di Gesù è dominata dalla possente croce stesa a terra, sulla quale è sdraiato il corpo di Gesù. Un personaggio emerge dal fondo arrotandosi su se stesso nell’intento di porre i chiodi nella sua mano destra. La medesima cosa accade per la figura presente nella parte bassa della formella, in prossimità dei piedi di Cristo, raffigurata di spalle e contraddistinta dal colore scuro del dorso.
Lucio Fontana (Rosario di Santa Fé, Argentina 1899 – Comabbio, Varese 1968), Via Crucis “bianca” XII stazione: Gesù muore sulla croce, Ceramica smaltata, cm 41,5x21x10, Inv MD 2011.137.012 La XII stazione è dedicata alla morte di Gesù. La possente croce, raffigurata frontalmente e resa attraverso il segno grafico dell’incisione del fondo, domina la composizione. Come avviene anche in altre formelle, il dinamismo e la narrazione ricca di pathos sono affidati alla figura del soldato, evidenziata dal tono cromatico scuro, che si distacca quasi interamente dal piano di fondo.
Lucio Fontana (Rosario di Santa Fé, Argentina 1899 – Comabbio, Varese 1968), Crucis “bianca” XIII stazione: Gesù è deposto dalla croce, Ceramica smaltata, cm 41,5x21x10, Inv MD 2011.137.013 La formella, raffigurante la deposizione, è dominata dalla grande croce resa attraverso il segno grafico delle incisioni del fondo. Il paesaggio sul fondo è solo accennato, mentre il gruppo di personaggi in primo piano assume importanza dominante. Come avviene anche in altre formelle, la resa delle figure è qui meno aderente alla dimensione figurativa e più orientata ad una evocazione astratta. I corpi dei soldati, duo o più, sono distinguibili unicamente dal colore scuro.
Lucio Fontana (Rosario di Santa Fé, Argentina 1899 – Comabbio, Varese 1968), Via Crucis “bianca” XIV stazione: Gesù è sepolto, Ceramica smaltata, cm 41,5x21x10, Inv MD 2011.137.014 La scena della sepoltura di Gesù è animata da una narrazione particolarmente intensa. Il corpo esamine di Cristo, particolarmente allungato, è disposto lungo la diagonale della formella. La resa del modellato e la posizione del corpo, con le ginocchia socchiuse e le braccia abbandonate, richiama la figura di Cristo della coeva Pietà raffigurata nella predella del bozzetto della Pala della Vergine Assunta. Sullo sfondo ritornano i brevi accenni al profilo del monte Golgota con le tre croci.