Nulla si conosce della provenienza originaria di questo dipinto, giunto dopo le soppressioni napoleoniche nella Quadreria Arcivescovile e generalmente non visibile al pubblico.
L’opera è unanimemente riferita dalla critica al pittore cremonese Altobello Melone (Cremona 1490/91- ante 1543), formatosi fra la città natale e Venezia, e attivo soprattutto a Brescia, dove si confronta con la pittura di Romanino, e a Cremona, dove lavora, fra l’altro, all’importante ciclo del Duomo alla fine del 1516. A ridosso di questa impresa decorativa va riferita anche la grande tavola qui esposta: caratteristiche di questa fase sono infatti le vibranti accensioni cromatiche, e l’impasto denso, con effetti quasi incandescenti di evidente derivazione tizianesca.
Rispetto al Compianto di Romanino un tempo conservato nella chiesa di San Lorenzo a Brescia (ora Venezia, Gallerie dell’Accademia), ripreso da Altobello in un’altra versione ora a Brera (1510 circa), nella tavola dell’Arcivescovado l’artista mostra un’evidente apertura agli influssi della pittura del nord Europa, dalla quale deriva la concitazione drammatica ed espressiva delle figure. In particolare si riscontra una puntuale ripresa della parte centrale del dipinto dalla scena di analogo soggetto incisa da Dürer nella Piccola passione del 1509-11. Fa da sfondo alla concitata ed affollata scena un paesaggio cupo e iridescente.
L’episodio del Compianto, non narrato dai Vangeli, si distingue dalla scena della Deposizione dalla Croce ma anche da quella della Pietà, dove la Vergine sorregge il corpo di Cristo.
Il tema nasce con intento soprattutto devozionale per sollecitare i fedeli alla meditazione e alla contemplazione del Cristo, morto per la salvezza degli uomini.
Il soggetto, inizialmente diffuso a Nord delle Alpi, ebbe poi grande diffusione anche in Lombardia a partire dalla fine del Quattrocento, inserendosi nelle esigenze di un filone devozionale che si riallacciava alle meditazioni di mistici, quali lo Pseudo Bonaventura e Santa Brigida di Svezia, che sollecitava l’identificazione del fedele con le sofferenze di Cristo, come avveniva anche nelle sacre rappresentazioni.
Figure tradizionali del Compianto sono, oltre a Cristo, la Vergine, San Giovanni, Giuseppe d’Arimatea, Nicodemo, la Maddalena e le Pie donne.
L’esposizione del Compianto di Altobello Melone, recentemente restaurato, è un vero e proprio regalo che l’arcivescovo Delpini ha voluto fare alla Diocesi come preparazione alla Pasqua. Partendo dalla preziosa tavola, il Museo propone ai visitatori un percorso speciale attraverso le opere della collezione permanente dedicate alla Passione di Cristo.
Maggiori info: Percorso di Pasqua tra le opere del Museo.
Domenica 21 aprile e Lunedì 22 aprile 2019: aperto ore 10-18
Mercoledì 1 maggio: chiuso
- Tutti i SABATI dalle 14.30 alle 17.30
GUIDE PER UN GIORNO. PASQUA AL MUSEO
Gli studenti del liceo classico e scientifico dell’Istituto Salesiano Sant’Ambrogio di Milano, nell’ambito del progetto Alternanza Scuola-Lavoro, sono a disposizione dei visitatori per illustrare le mostre Lucio Fontana. Le due Pietà per il Duomo di Milano e il Compianto di Altobello Melone.